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L’Empatia: Il Collante Sociale per un Mondo Migliore

Introduzione

Nell’era delle divisioni e dei conflitti, la ricerca psicologica sottolinea l’importanza cruciale dell’empatia, non solo come tratto umano ma come fondamento per una società più cooperativa e gentile. Jamil Zaki, psicologo della Stanford University, la descrive come il “supercollante” psicologico che unisce le persone. Questa visione è supportata da numerosi studi che collegano l’empatia a comportamenti prosociali e a una riduzione di atteggiamenti negativi come l’aggressività e il bullismo.

L’Empatia nella Pratica Educativa e Sociale

La ricerca ha dimostrato che l’empatia può trasformare ambienti educativi e sociali. Gli insegnanti che mostrano empatia verso gli studenti tendono a ridurre l’uso di discipline punitive, creando un ambiente più accogliente e inclusivo. Questo approccio è particolarmente efficace nel ridurre il pregiudizio e il razzismo sistemico, come dimostrato dal lavoro di Jason Okonofua dell’Università della California, Berkeley.

Il Giusto Tipo di Empatia

Tuttavia, non tutta l’empatia è ugualmente benefica. L’empatia eccessiva può essere emotivamente drenante e controproducente. È essenziale distinguere tra l’identificazione eccessiva con le emozioni altrui e una comprensione più equilibrata e sostenibile delle loro esperienze. Sara Konrath dell’Università dell’Indiana sottolinea l’importanza di sviluppare il tipo giusto di empatia, uno che sia sostenibile e non opprimente.

Sfide e Rischi dell’Empatia

Nonostante i suoi benefici, l’empatia presenta delle sfide. Può a volte alimentare favoritismi e pregiudizi, come sottolineato da Daryl Cameron della Penn State University. Inoltre, l’empatia può essere difficile da mantenere in situazioni emotivamente o cognitivamente onerose.

Coltivare l’Empatia Efficace

Per coltivare un’empatia efficace, è fondamentale adottare una mentalità di crescita, come suggerito da Erika Weisz di Harvard. Questo significa credere nella capacità di sviluppare e migliorare l’empatia attraverso la pratica e l’educazione. La ricerca di Cameron indica che l’empatia può essere aumentata insegnando alle persone a praticarla in modo efficace.

Empatia e Cultura

L’esposizione a diverse culture e prospettive può migliorare significativamente la capacità empatica. Consumare media diversi e partecipare a culture diverse può aiutare a comprendere meglio le esperienze altrui. La letteratura e le storie guidate dai personaggi, come sottolineato da Raymond Mar della York University, possono essere particolarmente efficaci in questo senso.

Ossitocina e Empatia

L’ormone ossitocina gioca un ruolo significativo nell’empatia. Studi sui topi hanno mostrato che l’ossitocina può motivare comportamenti prosociali e di cura. Questo suggerisce che anche negli esseri umani, comportamenti che rilasciano ossitocina, come il contatto visivo e il tocco fisico, possono promuovere l’empatia.

Conclusione

L’empatia è più di una semplice reazione emotiva; è una competenza che può essere sviluppata e affinata per il bene della società. Attraverso la ricerca e la pratica consapevole, possiamo imparare a utilizzare l’empatia in modo che sia sostenibile per noi stessi e benefico per gli altri. In un mondo sempre più diviso, l’empatia non è solo desiderabile, ma essenziale.

 

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relazione psicologo paziente

Uno bravo tra i migliori psicologi : come sceglierlo

SCEGLIERE UNO BRAVO TRA I MIGLIORI PSICOLOGI

Il bisogno di psicologia è molto cresciuto nella società moderna e l’assistenza psicologica è divenuta una conquista sociale. L’aspetto Psicologico è attualmente riconosciuto come un ingrediente necessario della salute della persona, indispensabile nella cura e nella riabilitazione delle persone con problemi mentali ma anche delle persone con malattie fisiche. Eventi come la pandemia da Covid 19, eventi catastrofici come l’ultima grave alluvione in Emilia Romagna, o come la guerra in Ucraina, a due passi da casa aumentano lo stato d’incertezza e di insicurezza evidenziando nelle persone le fragilità personali. Considerare l’aspetto psicologico facilita la promozione di comportamenti positivi e lo sviluppo della resilienza permettendo di superare il dolore.

Trovare uno bravo psicologo oggi

Molto frequentemente gestire le relazioni personali, le comunicazioni tra le persone nei vari luoghi di vita quotidiana diventa difficile e provoca un profondo stress tanto da rendere necessario l’aiuto psicologico immediato e a lungo termine. Le improvvise difficoltà mettono di fronte alle fragilità tenute sotto controllo per tanto tempo e che in determinati momenti fanno sentire il bisogno di essere emotivamente sostenuti. Prevenire le molteplici forme di disagio psicologico e sociale che influenzano la vita delle persone, fino a farle ammalare, diventa essenziale e l’elevata consapevolezza raggiunta dalle persone su questi temi ha fatto si che l’offerta di psicologia in termini di operatori specializzati sia divenuta notevolmente alta. È facile rivolgersi ad uno psicologo oggi! Molti studi di psicologi sono a disposizione di chi ritiene di poterne usufruire. Basta andare su internet e se ne trovano così tanti che potrebbe essere difficile scegliere tra i migliori psicologi o trovarne uno bravo. Chi sono i migliori psicologi? come si fa ad identificarne uno bravo?

Come scegliere uno bravo psicologo

Sceglierne uno bravo psicologo richiede avere delle conoscenze di base sulle caratteristiche dello psicologo come professionista e cioè sulla sua formazione teorica, sulle qualità delle sue esperienze di lavoro, sulla modalità di svolgimento del suo lavoro, sulla capacità di esposizione al pubblico e al confronto scientifico con i colleghi, sulla sua capacità di apertura al sociale e sui riconoscimenti ottenuti.

Tali caratteristiche di solito non sono evidenti in quei professionisti che sono inseriti in grandi circuiti telematici o network, in cui ciò che appare importante è la prestazione professionale gratuita e a basso costo, in cui il professionista per essere soddisfatto del proprio lavoro deve esporsi ad un alto quantitativo di prestazioni: uno bravo a fare numeri! i migliori psicologi a trasmettere l’idea di una psicologia povera di contenuti.

Il bisogno di psicologia, purtroppo, è talmente alto che la società in mancanza di un adeguata offerta pubblica ottenuta tramite il Sistema Sanitario Nazionale è costretta a rivolgersi maggiormente ai suddetti network psicologici a scapito di un reale beneficio delle prestazioni.

I contesti telematici ad esempio non permettono una relazione terapeutica solida tra lo psicologo o psicoterapeuta e il paziente, che è uno degli elementi fondamentali nella pratica clinica che permette di differenziare uno psicologo bravo da uno meno bravo.

Rapporto tra uno bravo psicologo e il paziente

Sempre più evidenze, infatti, suggeriscono che una salda relazione terapeutica e un’alleanza terapeutica positiva possono influenzare significativamente i risultati della cura o trattamento psicologico. L’accordo collaborativo tra il terapeuta e il paziente sugli obiettivi e le attività terapeutiche, insieme alla presenza di un rapporto di fiducia, del rispetto reciproco e la possibilità di comunicazione aperta stabilisce una connessione empatica tra i due poli del rapporto che diventa curativo in virtù di quella capacità dello psicologo di mettersi nei panni dell’altro perché solo calandosi nella vita interiore di un’altra persona si può usare questa comprensione perseguendo uno scopo specifico. Attraverso quella che Kohut definisce “Introspezione vicariante” lo psicologo può ascoltare il paziente, cercando di ricordare le analoghe esperienze personali e se non le trova nel proprio repertorio di ricordi può persino immaginarle. Da questa esperienza emotiva che lo psicologo ricrea volutamente in se stesso, può formulare una risposta per il paziente che potrà sentirsi così pienamente compreso. C’è bisogno della presenza di entrambi gli attori del rapporto terapeutico per poter condividere questa profonda esperienza emotiva.

Le qualità di uno bravo psicologo

Le qualità dei migliori psicologi o di uno bravo psicologo possono ricercarsi per esempio da quanto viene suggerito da studi condotto sulla relazione terapeuta paziente. Un gruppo di lavoro dell’APA ha evidenziato come fattori relazionali, del tipo: concordare gli obiettivi della terapia, ottenere il feedback del paziente e riparare le rotture nella relazione, siano cruciali per il successo del trattamento quanto il metodo di trattamento utilizzato.

La mutualità

La relazione terapeutica è stata considerata tanto potente quanto, se non più potente, del metodo di trattamento specifico e la mutualità si è rivelata un aspetto fondamentale della psicoterapia moderna, promuovendo l’idea della terapia come una relazione bilaterale tra terapeuta e paziente.

La flessibilità

La ricerca ha dimostrato i benefici di questa mutualità, ad esempio, condividendo le riflessioni sulla spontaneità dei terapeuti. La flessibilità e la capacità del terapeuta di adattare il trattamento alle caratteristiche individuali dei pazienti, come il background culturale, le preferenze personali, l’attaccamento, le convinzioni religiose o spirituali, l’identità di genere e l’orientamento sessuale. Essere flessibili e responsivi facilita l’adesione e la partecipazione del paziente al trattamento.

Il feedback del paziente

L’utilizzo del feedback del paziente. L’utilizzo di strumenti come il Questionario di Esito-45.2 consentono ai pazienti di valutare i loro sintomi psicologici e problemi nel funzionamento interpersonale e nei ruoli sociali. Il terapeuta che raccoglie e incorpora il feedback del paziente nel trattamento può portare a miglioramenti significativi e ridurre il tasso di abbandono prematuro della terapia.

Risoluzione rotture

La capacità di risolvere le rotture che possono esserci nella terapia, come la discrepanza sugli obiettivi del trattamento o una cattiva interpretazione da parte del paziente di ciò che il terapeuta ha detto, che possono compromettere l’alleanza terapeutica. Le rotture possono essere suddivise in rotture di confronto, caratterizzate da espressioni esterne di rabbia da parte dei pazienti, e rotture di ritiro, quando i pazienti si allontanano emotivamente. Affrontare e risolvere queste rotture può favorire la crescita sia del paziente che del terapeuta.

I terapeuti dovrebbero anche essere consapevoli delle loro reazioni emotive e dei contro-transfert durante la terapia. Prestare attenzione ai propri sentimenti e alle espressioni non verbali può aiutare a gestire le emozioni negative dei pazienti e a coltivare una maggiore compassione.

Conclusioni

In conclusione,  i  migliori  psicologi  e psicoterapeuti sono quelli che riescono a sviluppare e nutrire una relazione terapeutica  solida  con i propri  pazienti,  ponendo una base sicura per il successo del trattamento psicologico riconoscerne uno  bravo richiede da parte dei potenziali pazienti la capacità di documentarsi e di non risparmiare sul proprio benessere psicofisico.

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Bibliografia

American Psychological Association (APA): “Understanding psychotherapy and how it works” – https://www.apa.org/topics/psychotherapy/

Introspezione, empatia e psicoanalisi : rapporto tra modalità di osservazione e teoria (Kohut. H., 1959)  https://www.psicologiapsicoterapiapsicoanalisi.com/2013/06/la-ricerca-del-se-introspezione-empatia.html

GoodTherapy.org – “Building a Positive Relationship With Your Therapist” – https://www.goodtherapy.org/blog/building-a-positive-relationship-with-your-therapist-0628135

National Institute of Mental Health (NIMH) – “Psychotherapies” – https://www.nimh.nih.gov/health/topics/psychotherapies/index.shtml

American Psychological Association (APA) Division 29: Society for the Advancement of Psychotherapy – https://societyforpsychotherapy.org/

Harvard Medical School – “Choosing the Right Therapist” – https://www.health.harvard.edu/mind-and-mood/choosing-the-right-therapist

The Therapist Development Center – “Therapeutic Relationship in Psychotherapy” – https://www.therapistdevelopmentcenter.com/blog/therapeutic-relationship-in-psychotherapy

PsychCentral – “Therapeutic Alliance: The Importance of a Good Fit” – https://psychcentral.com/lib/therapeutic-alliance-the-importance-of-a-good-fit

Australian Psychological Society (APS) – “Building a strong therapeutic alliance” – https://www.psychology.org.au/getmedia/7e173c34-42aa-44af-8a3e-a6506b0dc82f/Building-a-strong-therapeutic-alliance.pdf

mondo senza persone

Cosa saremmo senza compagnia né empatia ?

Cosa sarebbe un mondo senza persone ? Senza una compagnia ?

Sembra scontato vivere tra le altre persone e, mondo senza altre persone. Sicuramente, sarebbe molto noioso ed opprimente un mondo senza nessuno con cui parlare, confrontarsi e capirsi. Senza empatia né compagnia.

Non è importante se siamo dei tipi solitari oppure di compagnia: quello che conta veramente è la qualità della rete comunicativa e relazionale in cui siamo quotidianamente immersi.

L’idea che abbiamo di noi stessi è una costruzione molto complessa, della quale non siamo nemmeno pienamente consapevoli.

Possiamo sentirci eccellenti in un’attività, “mezze cartucce” in un’altra o totalmente “imbranati” e fuori posto in un’altra ancora.

Queste sensazioni interiori dipendono dalle esperienze di vita che abbiamo vissuto, da come sentiamo che gli altri ci considerano e dalla percezione che abbiamo delle nostre capacità.

Comunicare, comunicare , comunicare ….

In base al modo in cui ci sentiamo e al valore che ci diamo possiamo rappresentarci agli altri attraverso la comunicazione dei nostri contenuti personali che deriviamo dalla famiglia, dall’ambiente in cui siamo inseriti. All’interno di questo contesto, tutto ha un significato: il paese o la città, il mare o la montagna, il clima, il tipo di società e i valori da essa condivisi.

Per comunicare non è sufficiente “parlare“. Le parole, anzi, possono essere usate anche come barriere ed, a volte, parlare non è nemmeno necessario. Esiste anche un linguaggio non verbale, che è particolarmente importante, fatto di gesti, espressioni, toni di voce. 

Comunicare, dunque, significa innanzitutto essere disponibili a mettersi nei panni dell’altra persona, che ha il nostro stesso bisogno di essere compresa ed ascoltata, e a volte anche rispettata nel suo silenzio. Capire l’altro non è così semplice ed immediato.

Cos’è allora che permette la comprensione tra gli esseri umani? Degli individui in compagnia di altri ?

La capacità personale di “mettersi nei panni” degli altri, di calarsi nella loro realtà per viverla così come la vivrebbero loro con gli stessi pensieri e sentimenti. Le stesse emozioni sono ciò che crea il “pathos” della relazione umana e in qualche modo ci rende tutti un po’ Psicologi.

La Psicologia descrive questa situazione con il termine di empatia che è un’importante competenza emotiva. Grazie a questa è possibile entrare più facilmente in sintonia con la persona con la quale si interagisce. Nelle relazioni interpersonali, l’empatia diventa così la principale “chiave di accesso” ai sentimenti, agli stati d’animo, alle motivazioni e più in generale al mondo dell’altro.

Un amico che si confida, una mamma che parla al figlio, un insegnante che trasmette le sue conoscenze agli alunni, un venditore che propone un prodotto ad un cliente, un impiegato che lavora a contatto con il pubblico. Tutti questi sono esempi in cui l’empatia (di persone in compagnia) si rivela una competenza indispensabile e preziosa affinchè le relazioni  descritte vadano a buon fine e non si creino situazioni conflittuali e di disagio tra le persone.

E l’ empatia ?

L’empatia è, perciò, una dote squisitamente umana che facilita tutti i rapporti interpersonali  che si manifesta quando si è in compagnia , e permette la formazione dei gruppi di persone e tutte le organizzazioni sociali ed istituzionali.

Tutti siamo capaci di comprendere i nostri simili, ma non sempre siamo in grado di sapere come facciamo e troppe volte accade che non ci riusciamo proprio. Ciò accade perché non abbiamo consapevolezza di questa nostra attitudine e perciò dovremmo avere l’opportunità di svilupparla tutti indistintamente. Così facendo potremmo vivere meglio e più serenamente.

Un grazie a tutti che commenteranno e metteranno un “mi piace” ?).

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