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valutazione genitorialità

La Valutazione Competenze Genitoriali. I Test Psicodiagnostici

Tratto dalla Presentazione fatta al Convegno organizzato dalla ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Avezzano 28 Maggio 2019

Utilizzo dei Test psicometrici

Utilizzare i test come strumenti diagnostici nella valutazione competenze genitoriali rappresenta una buona prassi per lo psicologo professionista.

Quando ho pensato al titolo di questa relazione ho ritenuto che in realtà valutare le competenze genitoriali equivalesse a fare una diagnosi del comportamento. Pertanto l’uso dei test in questo senso fosse fondamentale come in tutti i processi di diagnosi psicologica.

L’utilizzo di test psicologici come strumenti conoscitivi standardizzati atti all’individuazione delle diagnosi è ormai largamente diffuso. A dire il vero, in diverse professionalità che seppure lavorano nell’ambito “dell’umano” non hanno una formazione particolarmente adatta per utilizzare gli strumenti psicometrici.

I test attualmente sono piuttosto affidabili poiché la metodologia utilizzata per la loro standardizzazione è diventata specialistica.  E’ cioè capace di misurare le risposte dei soggetti che, messe a confronto con parametri di riferimento, possono valutare se le risposte siano statisticamente normali. Ossia  tipiche della popolazione generale, oppure no. Cioè presentino delle caratteristiche che vanno al di fuori della norma statistica ed ipoteticamente appartenenti ad una “popolazione clinica”.

Mentre usualmente si tende sempre più ad utilizzare test per dare significato e prevedere i comportamenti anche nella vita comune, talvolta fino a farne un abuso. Gli psicologi al contrario sembrano aver sviluppato una certa resistenza al loro uso.

Validità dei test psicometrici

Il metodo psicometrico viene ritenuto a volte superficiale e noioso per svolgere la professione e utile solo per inserire gli individui entro categorie rigide, come ad esempio quelle dicotomiche della normalità e anormalità, salute e malattia mentre la vita psichica del soggetto è talmente ricca e variegata per cui tramite i test si darebbe una visione approssimativa e forse falsa della persona indagata.

Non si può negare tuttavia che il suddetto punto di vista da parte dei colleghi psicologi sia molto realistico e centri un problema importante: l’uso improprio del testing psicologico e conseguentemente l’abuso. Ritengo per questo che bisognerebbe riportare la discussione nei contesti scientifici appropriati (CNOP e Ordini Regionali) su un piano concettuale, teorico e metodologico affinchè si ridia al metodo testologico la sua naturale collocazione, che è appunto quella psicologica e caratteristica esclusiva oltre che tipica del lavoro dello psicologo.

Il test psicologico non può essere considerato, di per sé, uno strumento capace di fare diagnosi. Ad esempio i test di auto descrizione, i così detti self-report, appartengono alla categoria dei test di performance che si utilizzano per descriversi soggettivamente. L’esito del test quindi non sarà la definizione del soggetto dal punto di vista psicologico, ma solo la descrizione di come il soggetto riferisce di essere, per cui un punteggio fuori norma ad una scala dell’ansia o della depressione non dirà che il soggetto in questione è ansioso o depresso, ma solo che ha affermato di provare più ansia o sentimenti depressivi rispetto a quanto affermano i suoi simili.

Valutazione clinica e colloquio psicologico

Lo psicologo per la formazione tipica e caratteristica che ha, che è quella degli studi universitari in psicologia, con tutto ciò che ne consegue burocraticamente, può verificare clinicamente l’informazione e affermare se il soggetto effettivamente soddisfa i criteri per quel problema utilizzando nei tempi e nei modi dovuti altri strumenti tipici ed esclusivi della sua professione come il colloquio psicologico e l’osservazione clinica.

Si può affermare allora che proprio l’uso che si fa del test nella pratica psicologica clinica può renderlo appropriato oppure no e, soprattutto, valido ad uno scopo diagnostico e valutativo.

La figura professionale dello psicologo, come recita l’articolo 5 del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, “è tenuto a mantenere un livello adeguato di preparazione e aggiornamento professionale, con particolare riguardo ai settori nei quali opera”. La violazione dell’obbligo di formazione continua, determina un illecito disciplinare che è sanzionato sulla base di quanto stabilito dall’ordinamento professionale. Riconosce i limiti della propria competenza e usa, pertanto solo strumenti teorico-pratici per i quali si è acquisito adeguata competenza e, ove necessario, formale autorizzazione. “Lo psicologo impiega metodologie delle quali è in grado di indicare le fonti e riferimenti scientifici, e non suscita, nelle attese del cliente e/o utente, aspettative infondate.”

Alla luce di tale articolo, l’evento formativo si prefigge l’obiettivo di presentare dettagliatamente la modalità più proficua dell’utilizzo di alcuni test implicati nell’analisi e nella valutazione psicologica delle competenze genitoriali.

Valutazione psicologica competenze genitoriali

La valutazione psicologica delle competenze genitoriali riguarda l’esame di personalità dei genitori e dei figli minori che vivono in condizioni di alto rischio e necessitano di aiuto al fine di individuare i punti deboli, i punti di forza della situazione familiare e le possibili soluzioni. Ciò può essere fatto facendo riferimento a obiettivi diversi quali:

  • valutazione cognitiva: indaga lo stato delle dimensioni cognitive e la loro efficienza. I test psicologici utilizzati sono test d’intelligenza come ad esempio: WAIS-IV, WISC IV, Matrici di Raven, oppure test di sviluppo come per esempio: Test grafici – persona, albero, famiglia – o la BVN, Batteria di Valutazione Neuropsicologica per l’età evolutiva.
  • valutazione comportamentale e di personalità: indaga l’atteggiamento dei genitori durante i colloqui, è soprattutto a carattere descrittivo. I test che possono essere impiegati sono ad esempio i questionari di personalità come MMPI2 , MMPI-RF.
  • valutazione clinica: indaga approfonditamente la struttura di personalità e il funzionamento dell’Io, avvalendosi di modelli psicopatologici psichiatrici o psicodinamici, facendo riferimento al DSM 5 o ICD-10.
  • valutazione delle relazioni: indaga le relazioni tra i genitori e tra i genitori e i figli. Possono essere impiegati test come il PARI (Parental Attitude Research Instrument), l’IRF (Indicatore dei Rapporti Familiari).

Clima emotivo durante  i test psicometrici

La proposta dei test si inserisce all’interno del rapporto tra Professionista e utente/paziente e risente del clima emotivo sviluppato nella relazione per cui il soggetto indagato può essere più o meno collaborativo. È regola instaurare un rapporto di fiducia con il cliente informandolo sugli obiettivi dell’indagine psicodiagnostica prima della somministrazione dei test; bisogna osservare e annotare le reazioni del soggetto.

Solitamente si utilizza una batteria di test e mai un solo test e viene scelta in base agli obiettivi della valutazione, dal tipo di informazioni che si vogliono avere, dal tipo di problema o disturbo, dall’età dei soggetti, dall’indirizzo teorico dello psicologo.

La somministrazione e la codifica del test segue precise regole che non sono modificabili a discrezione dello psicologo. Volendo creare un clima sereno e di collaborazione, si parte dallo strumento meno stressante per terminare con quello più impegnativo; solitamente prima quelli di intelligenza, poi quelli di personalità, infine i test proiettivi.

Interpretazione dei test psicometrici

Nell’interpretazione dei test lo psicologo deve tenere conto del motivo per cui li ha applicati e le informazioni che vuole ottenere; inoltre deve prendere in considerazione, oltre agli aspetti quantitativi, anche tutte le osservazioni riguardanti la comunicazione non verbale. Lo psicologo deve apprendere la modalità corretta di somministrazione, di scoring e soprattutto fare l’interpretazione dei dati; apprendere inoltre il metodo della restituzione dei risultati ai soggetti interessati tramite la specifica certificazione clinica.

Tenuto presente che in un precedente corso formativo aziendale si sono affrontati il test neurocognitivo WAIS-IV e MMPI-RF in questa giornata verranno illustrati i seguenti test:

  • Parents Stress Index 4 (PSI-4),
  • Parents Preference Test (PPT),
  • Psycopathic Personality Inventory-Revised (PPI-Revised),
  • Family Relations Test (FRT).

I suddetti test sono stati individuati dagli Psicologi partecipanti durante il percorso formativo Formazione Sul Campo (FSC)-Gruppo di miglioramento- con modalità Audit.

In questo corso hanno partecipato operatori U.O.S.D. Consultoriale Area Marsica e di altri servizi ASL (Centro Salute Mentale-CSM- Neuro Psichiatria Infantile -NPI-, Servizi e Dipartimenti delle Dipendenze -Ser.D, Servizio di Psicologia e Psicoterapia Adolescenziale SI.PSI.A).

Al corso FSC erano presenti gli operatori dei Servizi Sociali degli Enti d’Ambito Sociale della Marsica. E’ stata monitorata e rivista la procedura: “Valutazione delle competenze genitoriali” che è stata revisionata completamente con lavori di gruppo e di condivisione dei risultati.

Primo obiettivo è stato rivedere i tempi di esecuzione delle attività previste nella procedura a causa della carenza delle risorse umane a disposizione dei servizi.

Altro obiettivo è stato uniformare le modalità operative dei servizi consultoriali e degli altri servizi con l’utilizzo di strumenti comuni che facilitano la comunicazione e danno maggiore qualità agli interventi.

Conclusioni

Nella consapevolezza che questo corso aziendale non può essere esaustivo nell’ottica della formazione continua sanitaria dello Psicologo si prende atto che condividere una struttura di lavoro sufficientemente completa dal punto di vista metodologico con tutti gli operatori del servizio psicologico della ASL, relativamente ad una linea di attività professionale specializzata, come in questo caso può essere la valutazione psicologica delle competenze genitoriali e l’uso dei test psicologici nella sua diagnosi, vuol dire concorrere alla realizzazione di una Psicologia Ospedaliera Unitaria e di servizio per gli utenti attraverso un protocollo operativo e delle procedure utili alle azioni concrete d’aiuto e di cura.

GRAZIE PER L’ATTENZIONE

Riferimenti:

Consulta Psicoforense dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte-“L’atto Diagnostico: Contesto Clinico E Contesto Forense”,Torino, 18 Febbraio 2016

CNOP (Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi), Parere sulla Diagnosi Psicologica e Psicopatologica, 2009.

Dazzi N., Lingiardi V., Gazzillo F., La diagnosi in psicologia clinica. Personalità e psicopatologia, Milano, Raffaello Cortina, 2014

Camerini, G. B., Volpini, L., Lopez, G., (2011). Manuale di valutazione delle capacità genitoriali. APS-I: Assessment of Parental Skills interview. Rimini: Maggioli.

Camerini, G. B., (2006). Aspetti legislativi e psichiatrico-forensi nei procedimenti riguardanti i minori. In Volterra V. (a cura di), (2006). Psichiatria forense, criminologia ed etica psichiatrica (Trattato Italiano di Psichiatria, TIP). Milano: Masson, pp. 710-767.

Camerini, G. B., De Leo, G., Sergio, G., Volpini, L., (2007). Criteri e strumenti di valutazione delle capacità genitoriali. In Minorigiustizia, Fascicolo: 3, pp. 46-57.

Ordine Psicologi del Lazio (2004). Linee Guida per l’utilizzo dei tests psicologici in ambito forense. pdf

Sergio G., La Giustizia Minorile (Trattato di Diritto di Famiglia a cura di P. Zatti, Giuffré)

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  • Gaetanina Parrella

    Molto interessante: chiara ed esaustiva la presentazione.

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