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App e intelligenza emotiva

Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi, ma mai nessuna di esse potrà porne uno. (Albert Einstein)

Quello della tecnologia è un discorso che pone sempre le persone in posizioni dicotomiche, lo sviluppo tecnologico è buono? È cattivo? Ci rende schiavi?

App per gestire le emozioni

Oggi la tecnologia ci fornisce una grande quantità di soluzioni pronte all’uso e girando un po’ sull’ app store del vostro smartphone potrete notare che sono state sviluppate moltissime app per la gestione delle emozioni. Un esempio? Headspace , si tratta di un app che si può definire come un personal trainer portatile per la propria salute emotiva. Fornisce una guida per fare fronte allo stress, propone infatti esercizi di mindfulness e consigli utili per diverse situazioni. E’ un esempio di app e intelligenza emotiva.

MoodTools, questa è un app progettata con dei professionisti di mindfulness.  Funziona più o meno nello stesso modo della precedente. Offre strumenti e consigli per migliorare il proprio umore e controllare le proprie emozioni. Suggerisce anche modi per recuperare l’equilibrio perduto. I creatori dicono di averla pensata per gli stati depressivi.

Una App che insegna le emozioni

Questi sono solo due esempi ma ce ne sono davvero tante di app e intelligenza emotiva. In “casa nostra” invece, ovvero in Italia, nello specifico in Friuli Venezia Giulia, è stata pensata, su proposta dell’assessore alle Politiche giovanili, Loredana Panariti, un’app che aiuta i giovani a gestire e riconoscere le proprie emozioni, migliorare le funzioni esecutive, affinare l’abilità l’autocontrollo e migliorare il comportamento per prevenire il disagio.

L’app vuole insegnare quali sono i processi che regolano gli stati emotivi e le strategie che possono essere utili nella gestione delle emozioni.

Riconoscere le emozioni altrui e le proprie non è un’abilità che possiedono tutti, l’intelligenza emotiva si impara, si affina e qualcuno proprio non ce l’ha.

Una app che ti scruta , per analizzare le emozioni, per riconoscere le espressioni facciali tramite machine learning, è la nuova frontiera dell’ human computer interaction.

Come nel caso delle persone affette da autismo, che vivono una vita solo ed esclusivamente interiore e sono totalmente incapaci di comprendere un qualsivoglia segnale emotivo e a volte, la comunicazione non è possibile.

App e intelligenza emotiva è ciò che serve in questi casi.

Il robot Alyx che insegna le emozioni

Ponendosi come obiettivo il miglioramento della vita delle persone con autismo i ricercatori della Heriot-Watt University in Scozia hanno ideato il robot Alyx che avrebbe lo scopo di insegnare le emozioni e comprendere i segnali emotivi nei vari contesti sociali.

Alyx ha un volto umanoide, ma non umano, proprio perché decodificare i segnali del viso per chi è affetto da autismo appare complicatissimo.

I volti umani generano molti piccoli segnali che le persone con autismo possono trovare difficili da decodificare. Il suo funzionamento è progettato per essere facilmente interpretato perché l’ambiguità per persone autistiche è il reale problema, loro non riescono a cogliere l’ironia per esempio, quindi ad un’azione delle persone Alyx risponde con un segno di approvazione o disapprovazione, inoltre è dotato di una telecamera che fornisce dei feedback ai terapeuti circa o stato emotivo dell’utente in modo che possa rispondere in modo adeguato.

Autism Xpress e Grace due app che aiutano gli autistici

Autism Xpress è un’applicazione che aiuta le persone con autismo a riconoscere ed esprimere le emozioni.

L’applicazione si presenta con 12 tasti, ciascuno rimanda ad una caricatura con una specifica espressione facciale di diversi stati emotivi: felice, triste, impaurito, ecc. si preme un pulsate e viene creata l’immagine di quella specifica emozione.

Infine, esiste l’app Grace per l’Autismo sempre per i bambini autistici.

Qualcuno certo storcerà il naso, a pensare alla feroce critica che si fa oggi a tutti coloro che non riescono a staccarsi dal cellulare, i pad o pc, si forniscono app che in qualche modo ci rendono ancora più vincolati, dipendenti, soprattutto se pensiamo che l’uso ( o l’abuso) dello smartphone ha generato nuove patologie come la nomofobia ( paura di non avere il cellulare con sé) la Fomo (paura di essere esclusi) e Vamping (rimanere svegli tutta la notte per inviare per usare i social).

Shinrin-yoku ovvero il Bagno nelle foreste

C’è di vero che negli ultimi anni sempre più ricerche si trovano d’accordo a sostenere con forza che il vero toccasana per modulare, migliorare e modificare gli stati emotivi sia la natura e stare in contatto con essa. In Giappone esiste una pratica molto diffusa “Shinrin-yoku”, ovvero «bagno nelle foreste».

Lasciare andare l’ambiente cittadino dove tutti sembrano voler sprofondare pare essere un ottimo modo per ritrovare la serenità, immergersi nella natura incontaminata con i soli suoni che offre.

In particolare, sembra essere utile contro stress, ansia, stanchezza, depressione. Uno studio che arriva dall’Università del Queensland (UQ) e dall’ARC Centre of Excellence for Environmental Decisions (CEED), sostiene che bastano 30 minuti a settimana per avere notevoli benefici e allontanare il rischio di contrarre malattie sia psicologiche che organiche.

Io trovo che questo sia un segnale molto importante, i nostri cervelli e corpi si sono dovuti adattare ad una dimensione che non è la loro, ambienti sovraffollati, grigi, uffici freddi e vite vissute in ambienti chiusi, e hanno risposto con patologie di ogni sorta e malattia ad esse collegate, e il fatto che la cura risieda nel ritorno alla natura mi fa pensare che in fondo per andare avanti nel modo migliore sia a volte necessario guardare indietro, a quando i nostri nonni e genitori facevano lunghe passeggiate in montagna e il contatto con la natura era uno stile di vita e non una moda da postare su Instagram.

Sitografia

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2017/07/09/news/la-app-del-cellulare-che-misura-l-umore-e-made-in-fvg-1.15593821

Questo robot insegna agli adulti con autismo a lavorare meglio in ufficio

Se hai trovato interessante questo articolo, puoi leggere anche: Emozioni e sentimenti. Significato nella psicologia generale.

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